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Con cappero di Pantelleria (chiappéro, chiappáro) ci si riferisce al bottone fiorale di Capparis spinosa L., (varietà inermis, cultivar Nocellara) coltivato sull'isola di Pantelleria, al quale nel giugno 1996 è stato riconosciuto il marchio di indicazione geografica protetta (IGP).
Tra la fine di maggio e settembre comincia la fioritura e con essa la raccolta dei bottoni floreali non ancora aperti. Devono essere raccolti in modo tempestivo, prima dell'alba e appena germogliati. Quelli di dimensioni minori divengono, dopo la maturazione, il prodotto migliore.
Una volta raccolti vengono messi a maturare in salamoia in sale marino. I capperi messi a maturare nel sale marino (circa il 40% del loro peso) vi restano 10 giorni durante i quali vengono periodicamente rimescolati. Una volta scolati vengono posti nuovamente sotto sale (circa il 20% del loro peso) per altri 10 giorni. Alla fine di questo secondo passaggio sono pronti per essere consumati.
I capperi di Pantelleria IGP sono rigorosamente conservati al sale marino e rappresentano gli ingredienti di molti piatti della cucina locale. Di solito, per non perdere il loro aroma molto intenso non sono cotti, ma si aggiungono a fine cottura per essere solo leggermente scaldati. Tritati possono anche aromatizzare tartare di pesce, di carne o sughi di pomodoro. Nella cucina pantesca si utilizzano per la realizzazione di pesti, salse per pesce, paté, antipasti e qualunque altro piatto dettato dalla fantasia.