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Sentiero n° 972: sentiero di montagna - strada sterrata
Difficoltà escursionistica E
Lunghezza km 6
Tempo percorrenza: h.2 ore
Sentiero n° 973: strada sterrata
Difficoltà escursionistica E
Lunghezza km 3,5
Tempo percorrenza: h. 1 min. 30
Il tema principale dell'itinerario è naturalistico-rurale. La località di partenza é il Lago Specchio di Venere, che rappresenta un ecosistema unico al mondo. Molte sono le entità biologiche eliofitiche esclusive di questa area. Dal punto di vista faunistico il lago rappresenta un’area di sosta per molte specie volatili migratorie.
Il lago prende origine da una depressione naturale, ha una quota di poco al disopra del livello del mare e una superficie di circa 2 kmq con una profondità massima di 12,5 m, viene alimentato sia dalle acque meteoriche sia dalle sorgenti termali ubicate all’interno nel versante sud-est. Il lago specchio di venere rappresenta un importante biotopo da preservare essendo sottoposto ad un intenso disturbo antropico. La vegetazione è rappresentata da eliofite (piante di ambienti umidi che superano la stagione avversa con le gemme sommerse) ai margini della zona lacustre, e da aree fisionomizzate dal Limonio densissimo (Limonium secundirameum entità endemica esclusiva di questa stazione), ai margini della parte esterna delle rive.
Il sentiero da percorre detto "Sillume" si eleva verso la costa di Zinedi per poi discendere all’interno della vallata di Cannachi. In questa depressione, come nelle altre presenti sull'isola, si sono verificate le condizioni per l’accumulo di substrati, e la formazione di suoli profondi e ricchi di sostanza organica. Queste condizioni edafiche insieme a quelle climatiche, tipiche degli avallamenti, garantiscono i presupposti per realizzare un’agricoltura di qualità.
Attraversando la valle di Cannachi, si passa a fianco di ruderi della seconda guerra mondiale, l'escursione continua verso nord in direzione monte Gelfiser. Una volta arrivati ai piedi del monte si inizia la sua scalata lungo il margine orientale sulla vecchia colata lavica. Qui il sentiero passa sotto alti crepacci e su amassi detritici tipici delle eruzioni vulcaniche. La serie di vegetazione che si riscontra durante questo tratto è da ascrivere alla formazione a macchia-boscaglia a leccio e ginepro fenicio, anche se via via che si sale si passa a situazioni bioclimatiche sempre più mesofile e piante come il Ginepro fenicio (Juniperus Turbinata sudsp. turbinata) l’Euforbia arborescente (Euphorbia dendroides) diventano sporadiche, la serie di vegetazione tende infatti verso la macchia-boscaglia a leccio. Una volta giunti in cima, dal punto panoramico, si può avere l’intera panoramica del Gelfiser con i suoi ampi crepacci che danno vita ad una serie di piccoli canyon ricoperti da una vegetazione incontaminata.
Alle spalle del monte gelfiser si apre il piano di Sibà con il suo caratteristico borgo contadino, l’escursione prosegue verso est, per raggiungere contrada tikirriki, altra zona ad altissima vocazione viticola, gli appezzamenti di terreno sono delimitati da muretti a secco che danno vita a spettacolari terrazzamenti che assecondano le linee di livello del suolo.
La strada sterrata che attraversa i terrazzamenti arriva ai piedi di Cuddia Valletta all’incrocio bisogna proseguire sulla destra in discesa, questo tratto di sentiero è ricavato da una strada scavata nel tufo. Una volta arrivati nell’abitato di Bugeber si sale per la stradina che porta alla chiesa e da li si prosegue lungo la strada in terra battuta che attraversa la colata lavica del Kaggiar fino ad arrivare a Cala Cinque Denti nei pressi del sentiero Romano.
Dal parcheggio di Cala Cinque Denti si imbocca il sentiero sulla destra che ci riporta al lago, punto di partenza dell'escursione. Questo sentiero si sviluppa sopra un tratto della caldera originaria, sospeso tra il mare è la Montagna, con gli odori delle essenze vegetali che si combinano alla brezza marina. Alla fine della lunga camminata le esperienze raccolte durante il percorso: camminare su un sentiero romano, sulla colata, vedere forme e colori delle rocce e delle piante, vedere le diverse forme di raffreddamento della lava, percepire la forza delle onde, la capacita dei contadini panteschi di strappare ogni lembo di terra utile alla coltivazione. Si concretizzeranno in una maggiore consapevolezza della geologia e botanica dell’isola nonché in una maggiore conoscenza della sua storia passata e recente.